Febbraio 2012, cosa è successo; spiegazione di tutti gli eventi meteorologici di questo "storico" inizio mese

Ritratto di Conrad
Pubblicato Sabato, 11 Febbraio, 2012 - 16:43 da Stefano "Conrad" Massini

Una settimana di passione per buona parte dell'Italia. Un inizio di febbraio che ha visto con ogni probabilita, l'ondata di freddo e di maltempo più forte degli ultimi 30anni.

Ma come mai le precipitazioni si sono concentrate quasi sempre sul centro Italia e le regioni adriatiche, lasciando il nord, in particolare la Liguria e il nord-est, fuori dalle grandi nevicate?.

In questo approfondimento cercheremo di comprendere cosa è successo in questo inizio febbraio, perchè il nord-ovest, zona notoriamente molto nevosa, ha visto accumuli decisamente minori rispetto a zone appeniniche del centro-sud.

C'è in effetti una considerazione iniziale da fare, l'Italia è un paese decisamente "complicato" dal punto di vista meteorologico, questo perché é un territorio circondato da tre mari e da due catene montuose, le alpi che circondano l'intero nord, e gli appennini che dividono in due verticalmente le nostre regioni.

Proprio per questi motivi difficilmente un'unica forte perturbazione porta precipitazioni forti su tutto il territorio italiano.

Non a caso, se prendiamo il precedente evento invernale “storico”, quello del gennaio 1985, le nevicate che colpirono tutta l'Italia e che generarono le forti nevicate furono più di una e a distanza di diversi giorni l'una dall'altra. Dal 5 al 9 gennaio le nevicate colpirono il ponente ligure e le zone tirreniche del centro sud, mentre il 14 -15 gennaio furono i giorni della nevicata del secolo sul nord Italia e Genova.

Quest'anno, a differenza del 1985, le quattro diverse perturbazioni che fino ad ora hanno colpito l'Italia, hanno avuto effetti simili nonostante configurazioni diverse, proprio per questo le zone in cui la neve si accanita, sono risultate sempre le stesse.

Ripercorriamole tutte e quattro.

La prima perturbazione è quella di domenica 29 gennaio, l'unica perturbazione che ha visto forti precipitazioni nel nord ovest e in Liguria. Buona parte delle precipitazioni sono state nevose in Piemonte con invece pioggia in Liguria nella fascia costiera. Solo a Genova c'è stata una spolverata di qualche centimetro. Questo perchè il vero nocciolo di freddo gelido da est non era ancora entrato in Italia, quindi le precipitazioni nevose sono state copiose solo nell'arco alpino e appenninico cuunese e ligure. 

Vediamo brevemente la configurazione di questo primo peggioramento: Una goccia fredda di bassa pressione in quota entra da nord e scende da nord ovest lungo la Francia portando con se massa d'aria gelida di origine artica. Una volta arrivata sul mediterraneo, come spesso accade in questi impianti, si forma un centro di bassa pressione al suolo di origine orografica che richiama umidi correnti sciroccali da sud che, scontrandosi con l'aria gelida proveniente da nord (e richiamata dal centro di bassa pressione al suolo stesso), ha provocato le copiose precipitazioni sul nord ovest.

La seconda perturbazione si è avuta poche ore dopo, precisamente nella notte tra il 31 e l’1, ed ha avuto una genesi e sviluppo decisamente simile alla precedente, con una goccia fredda "gemella" in arrivo da nord.

Come sempre però in meteorologia, impianti simili possono dare risultati diversi. Le differenze tra le due perturbazioni sono state principalmente tre:

  • le temperature decisamente più basse, visto che nel frattempo il nucleo gelido era entrato dal nord dalla porta del rodano e da est da quella della Bora;
  • la posizione del centro di bassa pressione orografico formatosi al suolo, leggermente più a sud del precedente;
  • la velocità della goccia fredda in quota, decisamente più veloce nella sua discesa a sud.

Questi fattori hanno determinato generalmente precipitazioni meno intense rispetto alla precedente perturbazione e più dirette sul levante ligure e la Toscana e il Lazio.

Ma la temperatura decisamente più fredda ha determinato che, nei luoghi dove le precipitazioni hanno insistito, le stesse sono state integralmente nevose. Copiose sono state infatti le nevicate sul levante ligure, con i 20 cm a La Spezia, i 10 cm circa a Genova e sulle Cinque Terre. La posizione del minimo troppo bassa ha invece lasciato all'asciutto il ponente ligure e il nord ovest in generale. 

La terza perturbazione, quella del 2-3-4 febbraio, ha determinato la grande nevicata sulle zone adriatiche, sulle zone appenniniche della Romagna e delle Marche, sulla città di Roma oltre che in Campagna, Puglia e Calabria.

La genesi di questa perturbazione è stata un centro di bassa pressione formatosi sulle Isole Baleari in Spagna, che, nel suo lento traslare verso est, ha contribuito ad un continuo richiamo di aria umida da sud sulle medesime regioni per ore.

Il minimo depressionario troppo basso, non riesce a portare neve sul nord Italia, che viene in compenso colpito da un'ondata di freddo gelido fortissima, che ha fatto registrare temperature minime sottozero a due cifre in Pianura Padana e minime negative in Liguria anche sulla costa.

Infine la quarta perturbazione del 10-11 febbraio, questa volta legata ad un nuovo impulso freddo legato ad una goccia fredda in quota da est, che ha portato forti venti freddi di burian dall'est Europa e nevicate brevi ma intense con fortissimo vento (i cosiddetti blizzard) sul nord Italia.

Ma le precipitazioni intense rimangono nelle stesse zone del centro Italia, proprio per la formazione ancora una volta di un minimo depressionario sul Tirreno che ha nuovamente richiamato correnti umide sui medesimi luoghi (cosa che deve ancora accadere nel momento in cui questo articolo è stato scritto).

Diamo ora un rapido sguardo alle condizioni per la prossima settimana che vedrebbero ancora una volta l'ennesima entrata di freddo da nord non più sotto forma di freddo e gelido burian continentale, ma di freddo artico da nord. Occorre ancora qualche ora per verificare se la traiettoria di questa ennesima goccia fredda porterà precipitazioni anche sul nord ovest, o, come più probabile, tenderà a scivolare lungo i Balcani e insistere, anche se con meno intensità delle precedenti situazioni, ancora sulle regioni adriatiche.

Poi ci dovrebbe essere un allentamento del freddo, ma ne parleremo nelle prossime edizioni.

In questo speciale abbiamo quindi compreso che cambiamenti anche minimi dell'asse di entrata delle masse d'aria fredda generano effetti diversissimi sul territorio italiano.

Questo è dovuto principalmente dalla posizione del minimo depressionario che si forma sul Mediterraneo, che è di carattere orografico, ovvero generato dallo scontro dell'aria da nord con la barriera alpina (e il conseguente centro di bassa pressione che si crea sul lato sottovento per effetto del minor afflusso di aria dovuto alla catena montuosa stessa).

Il febbraio 2012 sarà quindi ricordato in maniera diversa; come il mese più nevoso nel centro-sud Italia e Emilia Romagna degli ultimi 50 anni, mentre al nord come uno dei più freddi degli ultimi 30anni.

Commenti

Ritratto di Joyrayd

Ottimo lavoro Conrad, chiarissimo