Stratwarming: grandi manovre invernali in atto, fine gennaio in compagnia di freddo e neve?

Ritratto di Danineve
Pubblicato Giovedì, 17 Gennaio, 2019 - 13:42 da Daniele "Danineve" Gori

Dopo un avvio di inverno trascorso nell'anonimato sulle regioni del nord Italia e in particolare sulle regioni del nord ovest, Liguria compresa, ci troviamo a commentare già da diverso tempo un cambiamento radicale che potrebbe avvenire dalla prossima settimana, e che ci traghetterà nel cuore della terza decade di gennaio.

Tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio un potente e repentino riscaldamento in stratosfera (Stratwarming) in area polare ha dato avvio a un vero e proprio terremoto nella nostra atmosfera ad iniziare dalla stratosfera. Pensate che tra gli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio la temperatura in stratosfera sopra al Polo Nord ha subito un aumento di oltre 60 gradi, passando da -75°C a -15°C decretando l'evento come Extreme Stratospheric Event di tipo warm (ESE warm).

Riscaldamento stratosferico sopra al Polo Nord alla quota isobarica di 10 hPa - fonte CMA

LA FASE T-S (DALLA TROPOSFERA ALLA STRATOSFERA): FLUSSI DAL BASSO CAUSANO UN POTENTE RISCALDAMENTO IN STRATOSFERA

Andiamo con ordine, gli stratwarming, identificano un riscaldamento anomalo della stratosfera, ovvero l’ampio strato di atmosfera che va dai 15km ai 50km sulla verticale delle aree polari. Gli stratwarming sono molto spesso l'origine delle grandi ondate gelide che si hanno in inverno, come nel dicembre 1984, febbraio 2012 e febbraio 2018 (leggi approfondimento sullo stratwarming del 2018).

Questi riscaldamenti anomali sono causati da flussi (EP Flux) che dagli strati alti della troposfera (5000-10000m) salgono verso la stratosfera oltre i 30km. Questi flussi sono la genesi e lo sviluppo che porta poi ad uno stratwarming, e, dal momento che partono dalla troposfera e arrivano alla stratosfera, danno nome alla cosiddetta fase T-S (Troposfera>Stratosfera).

Analizziamo cosa è accaduto da fine dicembre 2018: potenti flussi dal basso salgono verso la stratosfera causando due diversi stratwarming con conseguente disturbo del Vortice Polare Stratosferico (VPS) ovvero della vastissima area di bassa pressione che normalmente staziona sul polo in stratosfera. Alla bassa pressione in stratosfera si sostituisce parzialmente un'alta pressione, con un cambio radicale non solo della pressione per l'appunto, ma anche dei venti in stratosfera.

Nel dettaglio ecco cosa è successo da fine dicembre:

1) dapprima il dislocamento (displacement del VPS) ovvero spostamento verso ovest dell'area di bassa pressione legata al Vortice Polare Stratosferico

Displacement del VPS

2) a seguire la scissione in due lobi distinti e indipendenti (split del VPS): il primo lobo sul Canada orientale e il secondo, ancora più vasto è centrato in area euro-asiatica. Questo fenomeno avvenuto ai primi di gennaio in stratosfera ha provocato l'inversione dei venti zonali stratosferici, in pratica la circolazione dei venti nei piani alti dell'atmosfera ha subito una vera e propria inversione di marcia passando da occidentale a orientale.

Split del VPS

Venti zonali stratosferici, latitudine di 65° N alla quota isobarica di 10 hPa

Tutto molto interessante, ma rimane il fatto che stiamo analizzando cose che riguardano solo la stratosfera, mentre noi viviamo in troposfera, quindi più in basso! Come allora il fenomeno dello stratwarming influenza il nostro clima?

Quello che tuttora studiosi e appassionati cercano di capire è se tale disturbo avvenuto in stratosfera avrà effetti anche più in basso ovvero in troposfera, cioè quella fascia aeriforme sferoidale dell'atmosfera in cui avvengono i fenomeni meteorologici e che si trova a diretto contatto con la superficie terrestre e dove per l'appunto noi viviamo. Scopriamo come nel prossimo paragrafo.

LA FASE S-T (DALLA STRATOSFERA ALLA TROPOSFERA): L'ALTA PRESSIONE SUL POLO SI PROPAGA ANCHE IN TROPOSFERA

La fase che più ci interessa è quella successiva a quella T-S appena descritta, ovvero quella che fa il "percorso contrario", quella dalla Stratosfera alla Troposfera, quindi verso di noi, e per questo, prendendo come in precedenza le iniziali degli strati dell'atmosfera coinvolti, prende il nome di Fase S-T

La propagazione dei disturbi dalla stratosfera alla troposfera potrebbe divenire realtà entro la fine della terza decade di gennaio come si evince dalla mappa sottostante che ci mostra le anomalie di geopotenziale standardizzate in troposfera e stratosfera sopra la porzione di Terra tra 65° e 90° N 

Ciò comporterebbe l'inversione dei venti zonali anche nei piani più bassi della nostra atmosfera con ovvie ripercussioni a livello climatico e reiterazioni di aria molto fredda dalle gelide steppe russe fin verso il cuore dell'Europa.

Anomalie di geopotenziale tra 0 e 30.000 metri, latitudine 60-90°N - fonte reggioemiliameteo

Questa dinamica è quella che in passato ha portato a grandi eventi invernali in Europa seppur con caratteristiche un po' diverse le une dalle altre (si pensi al 1985, al 2012 o al recente febbraio 2018 come già ricordato).

Questo perchè la fase S-T causa il trasferimento dell'alta pressione sul polo anche in troposfera, e non solo in stratosfera (per questo viene chiamata propagazione). E dal momento che anche in troposfera è presente una grande area di bassa pressione sul Polo Nord (il Vortice Polare Troposferico, VPT), anche in questo caso l'alta pressione si va a sostituire alla bassa pressione sul Polo.

Come effetto di questa dinamica, ecco che porzioni del Vortice Polare Troposferico (con annesso freddo polare) si distaccano dal polo scendendo verso le basse latitudini, portando freddo e a volte anche gelo verso l'Europa.

EFFETTI DELLA FASE S-T SUL MEDITERRANEO: PRIME STIME PER FINE GENNAIO

La prossima settimana ha tutte le carte in regola per dare avvio a una decisa fase invernale sul nostro continente con una prima probabile incursione d'aria polare marittima sul bacino del Mediterraneo entro la giornata di martedi, avviando una fase di maltempo invernale che potrebbe coinvolgere anche il nord Italia e la Liguria con il ritorno della neve in Appennino e sulle Alpi Occidentali, soprattutto da mercoledi 23 gennaio.

Modello GFS 06 - Geopotenziali e pressione al suolo previsti per Mercoledi 23 gennaio h 7.00

Staremo a vedere se questa prima dinamica a tutti gli effetti invernale verrà confermata nei prossimi giorni, ma stando al pensiero di molti esperti in materia di indici, teleconnessioni e previsioni a lungo termine gli effetti di questo sconquasso che sta avvenendo in atmosfera potrebbe (condizionale d'obbligo) avere riflessi per i prossimi 2-3 mesi con frequenti ondate di freddo intenso e nevicate anche abbondanti nel cuore del Vecchio Continente.

Per seguire tutte le analisi, commenti e anche qualche inevitabile sfogo da parte di chi attende la neve con impazienza, vi lascio con il link alla pagina di analisi sul forum a QUESTO LINK.

Commenti

Un articolo brillante come al solito!


Ritratto di Astolfo

grazie, ottimo articolo davvero