Una testimonianza dalla Romagna alluvionata (metà maggio 2023)

Ritratto di lorescienza.97
Pubblicato Venerdì, 2 Giugno, 2023 - 18:49 da Lorenzo Mario "lorescienza.97" Bozzo

Vogliamo ritagliarci un momento per raccontare quello che è successo e che sta succedendo in Emilia-Romagna in queste ultime settimane, grazie alla testimonianza del sottoscritto, membro dello staff di ML ma anche studente della LM di Fisica dell’Atmosfera all’Università di Bologna, e quindi particolarmente partecipe dell’evento.

 

Visto che a Bologna i danni sono stati abbastanza circoscritti e la situazione è migliorata anche nelle zone dove vi sono state esondazioni e allagamenti, insieme ad alcuni amici abbiamo deciso di informarci per andare a dare una mano nelle zone colpite dall’alluvione, grazie ad alcuni contatti che siamo riusciti a reperire.

Così siamo andati a Forlì due giorni distinti della settimana scorsa.

Vi spiego di seguito la situazione che ci siamo trovati di fronte, anche tramite alcune … poche fotografie scattate in loco a testimoniare solo alcuni dei momenti più commoventi, ma ovviamente i momenti peggiori esigevano maggiore serietà e disponibilità, non senza qualche risata a stemperare la condizione in cui lavoravamo:

 

« ...Forlì - Giovedì, 25 maggio 2023…

Arriviamo in mattinata a Forlì nella sede dell’associazione di volontariato a cui ci siamo rivolti. Quest’oggi siamo una quindicina, perlopiù partiti da Bologna.

La situazione appare fin da subito davvero incredibile … mai vista una cosa del genere.

Io sono di Genova, di alluvioni ne ho viste, il Fereggiano, il Bisagno … fango, devastazione e volontà di ripartire … ma qui è tutto più amplificato … sembra uno scenario post-apocalittico … e infatti lo è: l’acqua e il fango in alcune aree sono arrivati fino al secondo piano delle abitazioni, intere vie distrutte, con montagne di macerie, fango ovunque.

Un silenzio assordante, intervallato da rumori di macchinari, ruspe, idrovore, pompe. Tanti volontari, sporchi, lerci, dalla testa agli stivali … così ci rimbocchiamo le maniche e cominciamo anche noi.

Seguiamo gli indirizzi dove ci hanno riferito che ci sarebbe stato più bisogno … capiamo subito come funziona qui: cerchi di reperire informazioni da gruppi sui social e direttamente sul territorio, alle persone che incontri, chiedi o ti chiedono.

Così passiamo da una parte all’altra del quartiere Romiti, il più colpito, tra montagne di macerie … spesso non c’è nulla che si possa salvare, si butta tutto … vite intere da buttare … e fango a volontà. Passiamo da una casa (1) di una signora che si trova a lato del fiume Montone (foto 1), la causa di tutto questo disastro. Alcuni di noi si fermano qui dove lavoreranno per alcune ore, cercando di spalare tanto fango e liberare quello che era un giardino e ora … non si sa, un’espansione del letto del fiume.

Il mio gruppo continua lungo la via Emilia e, dopo aver controllato che alcune segnalazioni non avevano più bisogno concretamente del nostro aiuto, andiamo oltre, incontriamo parcheggi fantasma con una miriade di auto abbandonate, ancora montagne di macerie (foto 2) sui marciapiedi, e poi infine una villetta indipendente di due piani (2), in una discesina, sotto il livello della strada principale (foto 3), qui si nota bene sui muri a che altezza l’acqua e il fango sono arrivati … c’è un orto tutto attorno allagato per almeno mezzo metro (foto 4), un gazebo distrutto che ha tirato giù pure i lampioni attorno alla casa.

Portiamo via pezzo per pezzo le finestre, le sedie all’interno della casa, il gazebo con un energico lavoro di squadra … poi il fango, tanto fango, cercando di arginare l’acqua e la melma.

Tra tutti c’è Francesco, il proprietario di casa, che sempre sorridente e distaccato dalla realtà dei fatti, dimostra una grande generosità.

Noi ci eravamo portati un pranzo al sacco ma ci offrono della pasta e da bere così pranziamo li … dopo aver lavorato alcune ore è migliorato lo scenario trovato la mattina appena arrivati.

 

Torniamo nel punto di ritrovo subito a est di Porta Schiavonia.

Nel pomeriggio, di nuovo al lavoro, dapprima in una via secondaria dove si stanno adoperando i ragazzi dell’esercito, così diamo loro una mano: c’è una villetta indipendente (3) in una foresta di alberi e fango, la piscina irriconoscibile, la casa pure … la cosa peggiore non è tanto il pian terreno ma quello interrato, una serie di corridoi stretti e stanze che ormai non ne hanno più le fattezze … il fango sarà alto una decina di centimetri, siamo al buio ma alcuni ragazzi hanno delle torce in fronte … l’odore è penetrante e così entriamo subito in quella che pare essere la sceneggiatura di un film horror. Creiamo una catena umana: i militari spalano, riempiono i secchi e ce li passano, noi sulle scale li passiamo fuori in una catena che prende veloce il ritmo, i secchi vuoti tornano giù per essere riempiti nuovamente.

Andiamo avanti così, raccontando le nostre origini, cosa studiamo o facciamo nella vita … tra un “pieno” e “vuoto” cadenzati dal ritmo del lavoro.

Poi si fermano, non sanno più dove mettere il fango. Ci fermiamo così anche noi e decidiamo di dare una mano altrove, mentre i ragazzi in mimetica continuano con altri lavoretti e ci salutano ringraziandoci, anche il proprietario lo fa.

Ultimo lavoro di giornata, anche se lungo e faticoso: ci segnalano altre zone dove richiedono nostro aiuto, tra queste una chiesa inglese (4) al piano di sotto di un negozio di abiti da sposa, a mo’ di magazzino, piena di fango.

Ci mettiamo chi a spalare e riempire i secchi, chi a svuotarli in un cassonetto dentro il quale un tubo risucchia e porta il fango fuori mediante un’idrovora, chi ancora spinge a badilate e scopate il fango verso l’esterno perché si possa raccogliere meglio.

Dopo un paio d’ore facciamo una pausa, ci spostiamo sopra, nella strada principale, dove è allestita una tavola piena di snack, birre, bevande … perfino gelati offerti da alcune ragazze che arrivano da Cesena … l’altra faccia della solidarietà, il sollievo di cibo e acqua per chi lavora qui … la solidarietà qui è tanta in Romagna. Torniamo giù e lavoriamo ancora un po’, ormai ci conosciamo più o meno tutti, siamo stanchi ma felici di aver contribuito.

Infine torniamo, passando per la parte della via Emilia, dove intervengono l’Esercito e la Protezione Civile con i mezzi pesanti, prevenienti dalla regione e da altre parti d’Italia … dimenticavo di dire che non sembra esserci buona sintonia tra quest’ultimi e i carabinieri che controllano gli accessi in strada … ci sbarrano la stessa strada che abbiamo percorso in direzione opposta perchè ci sono lavori grossi in atto (foto 6) ma poi si rendono conto che è necessario che passiamo da lì, specie dopo che alcune bici ci superano indisturbate … passiamo comunque ai lati per non ostacolare le forze dell’ordine e non rischiare di camminare su parti franate della strada …

A conti fatti, ci rendiamo conto che il dispiegamento di forze è ben presente e le squadre di soccorso sono tante, ma non distribuite in maniera così equilibrata: gli snodi principali sono coperti dai soccorsi, tutte le altre zone del quartiere rimangono lasciate al lavoro dei singoli residenti e dei volontari che, come noi, cercano di aiutare senza però ostacolare e dare intralcio.

Abbiamo lavorato tanto ma c’è ancora altrettanto da fare … ci vorranno sicuramente mesi per tornare ad una normalità accettabile.

Torniamo in sede, nel punto di ritrovo, e poi verso casa, a Bologna, ma non possiamo non riflettere su alcune questioni … alcune domande senza risposta. Per esempio, perché a Cesena la situazione è già molto diversa, gli aiuti grossi sono stati più tempestivi … perché tutta questa diversità nella gestione dell’emergenza ?

 

...Forlì - Domenica, 28 maggio 2023…

Oggi altra giornata a spalare a Forlì, ancora più assurdo quello che vediamo.

Parola d’ordine: fango … vagonate di fango … ha riempito le case, le cantine, le strade, le aiuole, i giardini …

Purtroppo veniamo a conoscenza del fatto che le Istituzioni, pur presenti e intervenendo dove possibile, non assicurano la presenza ovunque … per interventi mirati è necessario chiamare privatamente e a proprio carico … una scelta forse discutibile nel caso di un’emergenza di queste proporzioni.

Ancora famiglie sfollate, volontari … anche questi a vagonate ma soprattutto appartenenti al nostro gruppo, ci dicono più o meno duecento tra sabato e domenica, ma in genere i numeri sono notevolmente calati rispetto al fine settimana precedente quando oltre diecimila tra residenti e volontari sono accorsi per dare il loro contributo. Il numero delle braccia è calato, complici i messaggi delle autorità alla cittadinanza che non hanno incentivato l’arrivo della gente … anzi proprio l’opposto!

Ancora molti esercizi senza elettricità o comunque in una condizione molto precaria.

In mattinata ci concentriamo prima su una cantina (5) di una casa dove è richiesto aiuto per sgomberarla e svuotarla dal fango e poi su una palazzina (6) che fino al giorno prima era passata in sordina: scopriamo cantine al buio (foto 7 e 8), uno o due piani sotto la pavimentazione stradale … ancora tanto fango, oggetti da buttare, elettrodomestici, mobili da accatastare fuori dove riusciamo.

Andiamo avanti tutta la mattinata senza sosta, siamo tanti e la forza lavoro è decentrata perlopiù qui: c’è chi spala sotto e chi, attraverso le grate sollevate in superficie, tira su i secchi colmi di oggetti e fango e a turno li svuota in strada (foto 9), sui marciapiedi, dove le autorità ci dicono che passeranno a pulire … intanto le condizioni sono serie e il lavoro è tosto per tutti.

Abbiamo spalato e spalato ma ci viene detto che probabilmente le falde acquifere sotterranee contrastano il nostro lavoro e continuano a rifornire di fango le suddette aree interrate. Probabilmente verranno con idrovore e pompe più tardi … lo speriamo … e così è stato.

 

Attorno alle 13:30 ci fermiamo: la tanto attesa pausa pranzo. Siamo tanti e alcuni volontari si sono organizzati per preparare il cibo per tutti. In men che non si dica ecco un bel piatto di pasta alle verdure, poi snack, pane, acqua e vino rosso … ah dimenticavo, pure un ghiacciolo per tutti: anche oggi tanta generosità.

A questo punto, facciamo una foto ricordo e ci raduniamo per fare una prima riunione tra noi volontari e i residenti: si racconta ciò che si è visto, ciò che si è fatto e che si farà, ed emergono anche lamentele sulla gestione del territorio e dell’emergenza.

Poi qualcuno torna a Bologna, noi rimaniamo !

Prima di ricominciare, veniamo a conoscenza del fatto che Forlimpopoli, altro centro abitato della Romagna, non molto distante da noi, era ancora allagata fino ad un paio di giorni fa, si inizia ora a spalare …. ci propongono di andare in perlustrazione ma per oggi non s'ha da fare, c’è troppo lavoro qui.

Facciamo ancora un giro nel quartiere Romiti: troviamo ancora vie inondate dal fango (foto 10, 11 e 12), qualche ruspa, la Protezione Civile e, immancabili, diverse cantine al buio … allora, con la stessa determinazione delle volte scorse, ci mettiamo a dare una mano in una serie di case a schiera (7) … molta gente infangata, il sole a picco, una forte emozione che trasale dalle nostre espressioni … altre cantine al buio, piene di fango, ancora una catena umana per accelerare lo svuotamento dei piani interrati.

 

Eccoci arrivati a fine giornata, mentre torniamo al punto di ritrovo … ancora realtà raccapriccianti, strade collassate (foto 13), giardini dissestati (foto 14 e 15) e tanta pace, non una pace benefica, una pace di rassegnazione … torniamo a casa ma sappiamo che c’è tanto ancora da fare e non si può far altro che accettare quel che è successo, quel che ci sarà da fare ancora.

 

Di questa esperienza mi porterò dietro il fango, parola chiave di tutto il racconto, le cantine al buio, la pacatezza della gente, e le immagini vivide che ho impresso nella mente … ovviamente non ho foto di molte situazioni critiche - purtroppo - ma non era giusto, non era consono alla situazione …

Da questa gente meravigliosa mi rimarrà soprattutto questo insegnamento: non uno che piangesse, tutti sorridenti e disponibili, generosi e determinati.

Non c’è tempo per piangersi addosso: il tempo, oggi qui più che mai prezioso, sarà solo per ricostruire al più presto.

Se mi dovessero chiedere: peggio le Alluvioni a Genova o in Romagna ? Certamente, da genovese, direi la Romagna … Imola, Faenza, Forlì, Cesena, Lugo, il ravennate, i colli bolognesi, e giù fino al mare … mai visto in Italia una situazione del genere … di fronte a tutto ciò c’è solo da rimboccarsi le maniche, prendere consapevolezza della nuova normalità che andrà avanti almeno per settimane e non pensare a prima o al presente ma ad un futuro più sicuro, felice e più pulito.

W la Romagna e Tin Bòta !»

Lorenzo Mario Bozzo