Analisi del siccitoso inverno 2011-’12 al nord: cosa è successo e cosa potrebbe accadere nel prosieguo

Ritratto di Conrad
Pubblicato Sabato, 21 Gennaio, 2012 - 16:47 da Stefano "Conrad" Massini

Genova, 22 mm di precipitazioni registrati nell'ultimo, Savona 14 mm, Sanremo addirittua 6 mm. Va un poco meglio La Spezia, con qualche precipitazione in più avuta ad inizio anno.

Le premesse per un inverno caldo e secco c'erano, le condizioni generali atmosferiche infatti sono cambiate rispetto agli ultimi tre anni e questo, secondo le previsioni stagionali, non sarebbe dovuto essere un inverno freddo e nevoso. Certo è che difficilmente si sarebbe potuto immaginare un regime siccitoso così forte per tutto il nord.

Il principale responsabile di queste condizioni meteorologiche è sempre lui, l'Anticiclone delle Azzorre, quel centro di alta pressione permanente che volente o nolente governa il tempo in Europa meridionale.

È infatti lui che sta bloccando le piovose perturbazioni in arrivo dall'Atlantico, è (anche) lui che determina discese fredde da nord, nord-est, ed è sempre lui che porta caldo anomalo sulle nostre regioni.

Vediamo una serie di carte esemplificative di come questo possente anticiclone abbia condizionato l'inverno 2011-12.

Questa carta è rappresentativa di quanto è successo da metà novembre all'ultima settimana di dicembre.

L'Anticiclone delle Azzorre occupa totalmente l'Europa meridionale portando con se caldo fuori stagione e bel tempo. Le perturbazioni atlantiche e il freddo sono costretti a passare a nord, in Scozia, Islanda e Scandinavia.

Per i più esperti segnaliamo che questa configurazione è stata determinata in gran parte da un raffreddamento anomalo della stratosfera (la porzione di atmosfera che va dai 12 ai 50 km) e che ha determinato un compattamento del vortice polare, quell'enorme bassa pressione che tutto l'anno staziona sul polo nord, bassa pressione che quando scende porta con se il freddo e le precipitazioni. Questo compattamento è proprio all'origine di questa configurazione: freddo e neve al polo e caldo e alta pressione sul Mediterraneo.

Dopo il 20 dicembre le condizioni cambiano, la stessa stratosfera continua ad essere protagonista modificando le temperature che passano velocemente dal freddo al caldo, è quello che gli esperti chiamano stratwarming, un riscaldamento forte e repentino della stratosfera stessa.

Proprio questo riscaldamento è alla base della modifica radicale delle condizioni meteo, testimoniata dalla carta qua sotto.

Le alte pressioni (tra cui l'Anticiclone delle Azzorre) salgono verso nord colpendo il vortice polare spingendolo verso sud. Come abbiamo più volte segnalato nei nostri approfondimenti, è questo il segnale dell'arrivo del freddo. 

Ma differenza degli ultimi anni, dove l'anticiclone saliva in aperto atlantico, quest'anno l'asse di risalita è stato decisamente più a est, sulla Spagna e la Francia, questo ha determinato il fatto che le discese fredde e i centri depressionari legati al vortice polare hanno colpito più i balcani e il sud Italia, lasciando il nord ovest spesso sotto al sole e i caldi venti di phoen provenienti da nord.

Questa configurazione si è ripetuta più volte a gennaio, per via della forma di blocco persistente dell'azzorriano in questa posizione, che ha tenuto lontano le precipitazioni atlantiche e ha contribuito a questo alternarsi tra freddo (discesa del vortice polare da est) e caldo (spanciamento dell'azzorriano da ovest).

Questa lunga premessa ci è servita non solo per comprendere le cause di questo anomalo (ma non troppo) inverno, ma ci permette di analizzare cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane.

Dopo la breve fase calda di questo weekend ci aspetta l'ennesima e forte entrata fredda che colpirà le regioni adriatiche e il sud Italia (portando anche neve sulla costa oltre che sulle alpi svizzere) e l'ormai abituale freddo sulle nostre regioni accompagnato da bel tempo.

Dopo di che abbiamo di fronte due possibilità: l’ennesimo “spanciamento” dell’alta pressione verso l’Europa oppure, per la prima volta questo inverno, è possibile un ritorno delle piovose perturbazioni atlantiche provenienti da ovest che prima erano costrette ad oltrepassare l'anticiclone. Nel caso il blocco si fosse definitivamente spostato dall'Europa occidentale, ci sarebbe la possibilità di un cambio di condizioni del tempo per febbraio, vedremo con quali effetti.

Per quanto riguarda la neve a quota bassa c'è da considerare che l'aria da nord-ovest è meno fredda di quella da nord-nord est, mentre le nevicate in quota sarebbero decisamente importanti per le nostre montagne e le falde acquifere.

D'altronde dopo un periodo di siccità e i dati che abbiamo presentato ad inizio approfondimento, questo cambio circolatorio sarebbe decisamente il benvenuto.

Commenti

Ritratto di tormenta.

ottimo articolo ! speriamo che questa seconda parte di inverno possa essere un poco più dinamica. e se non arriverà la neve sulla costa, che nevichi almeno su Appennini e Alpi : la situazione in diverse zone è davvero "tragica" .